4 vecchi in america

Take Your Kids To Work Day

Posted in Attivita' bambini, Attivita' Ezio e Stefy, Usi e costumi, Varie by quattrovecchiinamerica on 27 aprile 2013

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Take Your Kids To Work Day

 

Cari lettori del blog e’ da troppo tempo che non riesco a scrivere nulla, per mancanza di tempo.

Piu’ volte vengo sollecitato da commentatori del blog e su Facebook a scrivere qualche posts, ma pur avendo voglia di scrivere non lo faccio mai (un po perche’ il tempo e’ poco, ma sopratutto perche’ la delusione quotidiana, che deriva dagli avvenimenti a cui tutti i giorni siamo costretti a fare da testimoni passivi,

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e’ talmente forte che ti annulla la voglia di fare scrivere posts  comparativi tra momenti di vita americani vissuti, in cui tutto funzionava bene e che davano veramente il tempo di vivere per la famiglia e non rincorrere la vita, e quelli di basso livello italiani).

Tanto per citarvi qualche notizia di basso livello (che sara’ meno dell’1 % di quello che abbiamo sentito dai TG e letto sui giornali) ecco una lista scarna degli ultimi tempi:

Le banconote da 500 euro con cui Formigoni faceva i bonifici

Concorso per laureati, lo vincono con il diploma di terza media

Mps : «Ce la faremo, finiti i cassetti segreti». Il PD c’entra.

Il pubblico ministero Roberto Staffa filmato mentre fa sesso con un trans nella Procura della Repubblica

Livorno: bufera sulla nomina ad assessore di Solimano, ex terrorista di Prima Linea

Regione Lombardia, rimborsi falsi: 40 indagati tra consiglieri Pdl e Lega

L’affondo di Battiato : «Troie in Parlamento»

PER NON PARLARE DEI 60 GIORNI DEPRIMENTI DEL DOPO ELEZIONI POLLITICHE 2013, CULMINATE NEL VOTO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA: UNA PENA A CUI ABBIAMO DOVUTO ASSISTERE GIORNO DOPO GIORNO, ASCOLTANDO LE STESSE INUTILI FRASI E GLI STESSI STERILI DISCORSI DEI NOSTRI POLITICI, TESI NON A RISOLVERE I PROBLEMI NOSTRI MA I LORO!

Ma tornano al post oggi ho trovato questa voglia, proprio leggendo un post di una amica su Facebook, che parlava del giorno in cui gli americani portano i loro bambini sul posto di lavoro ed ho deciso di riscrivere qualche mia impressione sull’argomento.

L’argomento e’ tanto interessante, quanto sconosciuto nella nostra Italia che e’ sempre piu’ divorata da contraddizioni politiche, ipercriticismo inutile verso tutto, maleducazione dilagante e con prospettive di miglioramento tendenti allo zero!

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Ritornando ad una nazione civile (gli USA, con tutte le loro contraddizioni, di cui abbiamo parlato nel blog e di cui parleremo ancora), ogni 25 Aprile si festeggia il giorno in cui tutti i lavoratori portano i loro figli sul luogo di lavoro.

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La mia prima giornata di “take your child to work day” e’ stata nel 2009, e quando mi hanno invitato a portare i miei figli sul luogo di lavoro, mi e’ sembrato strano, ma una bella idea.

Per noi era come una possibilita’ ulteriore di socializzare con gli amici americani e per conoscere le famiglie di molti di loro, che altrimenti avremmo conosciuto molto difficilmente.

I bambini sono stati veramente contenti di vedere dove passavo le mie giornate, e poi l’Arsenale per quelle giornate ha sempre preparato un sacco di eventi particolari per i bambini.

Il primo anno siamo stati in un building, dove avevano organizzato giochi a squadre (con i genitori parte attiva) ed alla fine della giornata l’inmancabile diploma della giornata.

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Il secondo anno invece hanno organizzato su un prato una esposizione di mezzi militari da visitare.

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Non vi nego che i bambini si sono piu’ che divertiti a scorazzare tra elicotteri e carri armati.

Qui sotto il mio ex piccoletto, alla guida di un elicottero,

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mentre qui usciva da un veicolo trasporto truppe.

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Una volta invece avevano organizzato in un anfiteatro (di sotto Paolo che con la sua coca ghiacciata, si dirigeva verso il teatro),

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una visione di un film che mostrava tutta la forza e la potenza dell’Esercito americano.

Devo dire che quella volta hanno veramente esagerato, infatti hanno fatto vedere anche dei bombardamenti “veri”!

Ma gli americani sono fatti cosi’: nazionalisti fino agli estremi!

Pero’ a parte gli estremismi militari, credo che una manifestazione del genere sia da importare in Italia assolutamente.

Infatti portare i propri figli al lavoro significa condividere e far conoscere ai propri figli il luogo dove i genitori passano un terzo della loro vita.

(qui sotto Stefania e Paolo che visitavano uno dei miei cubicles, in cui ho lavorato per + di 3 anni)

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Renere partecipe il proprio figlio del lavoro che tutti i gironi svolgiamo e’ anche un modo per far conoscere loro le varie professioni e magari orientarli nella scelta lavorativa del futuro.

Dottori,

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poliziotti,

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militari,

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maneger,

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segretarie,

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attori,

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e presidenti!

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Insomma una tradizione civile, facile da importare in Italia, per rendere fieri i nostri bambini dei nostri lavori e per far conoscere loro una possibile futura attivita’ lavorativa.

A VOLTE SI RIPRESENTA!!

Posted in Attivita' bambini, Attivita' Ezio e Stefy, Varie by quattrovecchiinamerica on 10 agosto 2012

A VOLTE SI RIPRESENTA!!

Dopo 3 anni di vita a stelle e striscie, in cui abbiamo fatto di sicuro una esperienza di vita unica, ecco che verso la fine di Agosto il momento “tanto NON atteso” si è ripresentato: il momento di ritraslocare in Italia!

A dire il vero in questi anni non abbiamo mai pensato a questo momento, tanto ci sembrava lontano, ma come tutte le belle esperienze anche questa sta per finire!

E come quando eravamo arrivati a Luglio del 2008, anche questa volta quando il furgone dei traslochi è arrivato sotto casa nostra io ero pronto per fotografarlo Stefania dice che sono malato di fotografia, e dorse è vero)!

Quel giorno si sono presentati due signori di New Orleans (distante 440 miglia e 7 ore di macchina da HSV!) per fare un sopralluogo e per portare degli scatoloni vuoti, da utilizzare nei giorni successivi per imballare tutto.

Non vi nascondo che durante i giorni del trasloco l’amarezza era nell’aria e Paolo, quasi a confermare che non voleva farsi portare via le cose a cui teneva di più, aveva fatto questo biglietto per non farsi portare via la scaletta!

I ragazzi erano diventati assoluti padroni della casa, dato che il caos era totale e loro nel casino ci sguazzano benissimo!

Qui sotto stavano preparando la scatola dei loro DVD americani.

In secondo piano della foto di sotto i graffiti, di loro produzione, con cui avevano tappezzato tutta la casa!

La preparazione del trasloco è stata lunga e laboriosa, infatti gli amici di New Orleans sono venuti per due giorni consecutivi ed hanno impacchettato tutta la casa.

La difficoltà grossa è stata di duplice ordine.

Prima di tutto dovevo dividere le cose da portare con mezzo aereo (fino ad un totale di circa 1000 Kg) e poi quella via nave, fino ad un massimo di un tot di quintali.

In secondo ordine dovevo controllare/coordinare 5 operai dagli accenti piu’ diversi e lontani dall’english standard (c’era un indiano, due di New Orleans un messicano ed un puro Alabamiano), che peraltro lavoravano in tutte le stanze contemporaneamente e pure nel garage!

Insomma il primo giorno mi sono stressato molto e loro comunque hanno impacchettato molta parte della casa.

Ecco la camera da pranzo,

la camera da letto,

la sala da pranzo,

che erano al limite della praticabilità!

Una volta che verso le 6.00 PM gli operai se ne andavano, noi uscivamo per rilassarci un pochettino, approfittando per fare delle compere nei nostri negozi preferiti.

Qui eravamo di fronte al PX (grande mall all’interno dell’Arsenale).

Qui sotto Paolo e Sara che passeggiavano, mano nella mano, nella sezione TV.

Per la gioia di Stefania, non potevamo non andare a TJ max, luogo di piacere delle signore di HSV!

E dato che la cucina era diventata impraticabile, ci siamo diretti, passando su una delle tipiche strade ondulate di HSV,

verso una famosa pizzeria: the Famous Joe’s pizzeria!

A mio avviso una delle migliori pizzerie dei HSV.

Il secondo giorno i ragazzi del trasloco hanno dato fondo a tutta la loro perizia per finire l’imballaggio delle nostre cose!

Ogni tanto facevo qualche foto ad i collegamenti del TV, con il PC e con la Wii per poterli rifare a Roma senza sbagliare!

Qui i ragazzi si godevano la TV, prima che venisse incartata!

La TV sopra la passapanca inpacchettata!

Ed alla fine della giornata ecco la camera dei bambini off limits, data che era piena di pacchi, cosi’ come il garage e la camera da pranzo!

Il terzo giorno si sono presentati con due camion.

Il primo guidato da un indiano, che è entrato alle 9.00 AM nella cabina del camion e ne è uscito solo alle 6.00 PM a carico finito (come tutte le cose americane standardizzate, lui aveva il compito di guidare il camino e non di caricare e lui lo ha rispettato)!!

Questo era il container, destinato al trasporto via nave.

Il tempo di mettere due “inviti” sul pianale del container

e vai con il carico!

Quei giorni era caldissimo e caricare non è stato il momento più bello della vita di questi simpatici operai!

Questo sotto invece era il camion che ha ospitato i pacchi da trasportare via aereo (circa 1000 Kg che in teoria dovrebbero arrivare ad un mese dalla partenza).

Alla fine della giornata, con la casa vuota e desolata non ci restava altro che buttarci in qualche mall per spendere gli utlimi soldi e per mangiare qualche cosa.

Dopo cena siamo rientrati a casa e la visione della casa con  pochissimi mobili presenti (c’erano solo quei pochi che avremmo venduto nei giorni precedenti la partenza) era di una tristezza infinita!

Gli unici che erano felici erano Paolo e Sara (cosi’ come all’arrivo nella casa a Luglio 2008).

Infatti si erano impadroniti toalmente della casa vuota ed hanno girato vari filmini, che vi ripropongo in versione integrale, per la vostra gioia!

IL primo e’ intitolato “get them all” e la trama e’ semplice: Paolo e Sara che saltano sul loro letto ad aria, facendosi rimbalzare sul letto!

http://youtu.be/Oc-NlbdYw8g

Questo due link di seguito sono stati fatti autonomamente dai bambini, che come dicevo sopra, si erano impadroniti della casa!

http://youtu.be/BqjEryvPR_E

Notate la desolazione della casa vuota e gli scatoloni dove era piazzato il TV!

http://youtu.be/EMkJpOjUps8

Per dormire avevamo lasciato i letti ad aria, sui quali avevamo dormito a Luglio del 2008, mentre aspettavamo il trasloco dall’Italia!

In conclusione mancavano 3 giorni alla partenza ed eravamo ritornati come 3 anni prima:una casa vuota e triste.

Ma se nel 2008 c’era la voglia di iniziare una nuova vita, di conoscere un nuovo mondo, nuove persone, nuovo cibo e nuovo modo di vivere, ora c’era la consapevolezza che si stava concludendo una esperienza  meravigliosa, ma sopratutto che stavamo andando incontro ad inevitabili problemi di “riadattamento” al nostro rientro in Italia!

Ma fedele a ciò che avevo scritto nei primi giorni del blog, niente spazio al sentimentalismi, anche se vi assicuro che il griogiore si sentiva nell’anima!

Sembrava impossibile che questa avventura stesse per finire.

Ma ancora ci restavano 3 giorni per vendere tutto cio’ che ci era rimasto, macchine comprese, per salutare gli amici ed organizarci per il viaggio di rientro!

LA PARTENZA SI AVVICINA!

Posted in Attivita' Ezio e Stefy, Varie by quattrovecchiinamerica on 9 luglio 2012

 

LA PARTENZA SI AVVICINA!

 

Sono passati quasi 3 anni dal nostro arrivo in USA (ecco Stefania ed i bambini a Luglio 2008)

 e mi sembra come se fosse oggi, quando guardavo il mio amico Piero, che “impacchettava la sua casa”, chiudeva le utenze domestiche, vendeva i suoi mobili e le sue macchine, salutava gli amici.

E ricordo come se fosse ora l’emozione che traspariva dai suoi occhi (da quelli di sua moglie Gianna e della bimba Francesca), perche’ stavano per lasciare un posto in cui avevano vissuto una felicissima esperienza di vita.

Ricordo benissimo il giorno della partenza di Piero (Agosto 2008), quando lui, dopo aver finito di fare tutto quello che sto per fare io e passata l’emozione degli addii, era contentissimo con il biglietto in mano di tornare a Roma a riabracciare i suoi affetti!

Mentre io ero li a pensare di dover affrontare una nuova avventura ed il “timore” di doverlo fare da ora in poi da solo (senza Piero che in quei giorni ci ha traghettato nel mondo americano) si vede tutta in questa foto, fatta all’aeroporto prima che lui partisse!

Ed ora io e la mia famiglia in questi giorni  mi trovo a rivivere l’esperienza (brutta) di lasciare un posto che abbiamo amato e che tantissimo ci ha dato!

Non ci crederete ma questi giorni scivolano via in modo velocissimo ed irreale.

Tutto sembra scorrere come in un video a velocita’ folle.

Si rivivono momenti bellissimi ed anche brutti vissuti in USA, con la certezza che probabilmente un periodo bello come questo non tornera’ piu’!

I giorni passano come un fastidiosissimo count down e tutte le azioni di routine quotidiana sembrano assumere un valore piu’ importante di quello che normalmente avevano, quando eravamo lontani dalla partenza.

Infatti quando non si ha una scadenza immediata, si fa tutto come se si avesse tanto tempo davanti e non si da giustamente importanza ai gesti quotidiani come fare la spesa in un determinato posto, come passeggiare su un prato pulito, andare a scuola, andare in ufficio, parlare con gente non italiana, fare sport in ambienti sani e puliti, vedere cose nuove ………

Insomma ogni cosa che facciamo in questi giorni, anche se assolutamente ordinaria, diventa la cosa che probabilmente non farai mai piu’ e che quindi te la vuoi godere al 100%!

Per esempio  quando andiamo in un ristorante pensiamo sempre: “questa e’ l’ultima volta che mangeremo qui”, o quando salutiamo degli amici sappiamo che non li rivedremo tanto facilmente …………..

Sintetizzando la sensazione che viviamo in questi giorni e’ di tristezza latente per la quasi fine di una bella avventura ma sopratutto quella di avere orologio impazzito al posto della testa!

Infatti non si fa in tempo a programmare nulla, tante sono le cose da fare e tanti i pensieri da rincorrere!

Io generalmente sono un programmatore attento delle cose familiari, ma ci siamo ridotti all’ultimo omomento per fare tutto, anche nella speranza vana di poter rimanere per un altro periodo ancora negli States!

Di cose da fare ce ne sono tantissime ed avremmo dovuto fare una to do list!

Invece abbiamo fatto una “things to do today”, cioe’ una lista di cose pensata giornalmente senza una precisa programmazione!

Vi elenco alcune cose da fare, senza un ordine particolare:

prendere i report scolastici dei bambini (per far si che al rientro possano dimostrare di aver frequentato la scuola in USA), prendere i report sanitari dei bambini dal dottore per le vaccinazioni, disdire tute le utenze domestiche, disdire i vari abbonamenti (tipo quello all’HSV Times. Apro una parentesi ho sempre visto i film in USA dove i giornali venivano recapitati sugli usci delle case, ed allora anche io mi sono fatto un abbonamento al giornale locale per leggere le poche cose che di solito accadono in HSV. Mi sembrava di leggere il Corriere dell’Umbria a Spoleto!),

vendere tutti i mobili comprati fino ad ora e tutte le apprecchiature elettriche che non si possono utilizzare in Italia (data la differenza di voltaggio), salutare tutti gli amici italiani ed americani, preparare gli scatoloni per il trasloco (separando quelle da trasportare via aereo e quelle via nave), disdire il contratto di casa, chiudere tutte le pratiche amministrative in Ufficio (e vi assicuro che sono tante e burocraticamente complicate), fare delle scorte di vestiti e di american stuff da portare in Italia, pensare ai regali da portare agli amici ed ai parenti al rientro, decidere quale valigie portarsi in viaggio e quali (pesarle bene per non pagare le solite multe per eccesso di peso), cercare di prendere il biglietti per la prima partita dei Roll Tide dell’anno,

scegliere un volo di ritorno non troppo massacrante, controllare le scadenze dei passaporti (per esempio quelle dei bambini e di Stefania erano scaduti e li abbiamo dovuti mandare al Consolato di Miami per farli rinnovare in questi giorni)    ………………………………

I bambini invece sembrano felici e comunque contenti di tutti questi continui saluti, cene, ultime compere ed il rientro lo stanno prendendo come una ulteriore vacanza, noi un po’ meno!

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