4 vecchi in america

NEW YORK – DAY 10 SUMMER HOLIDAY

Posted in Escursioni-Viaggi, Varie by quattrovecchiinamerica on 14 settembre 2011

NEW YORK – DAY 10 SUMMER HOLIDAY

Oramai il tempo non era piu’ un problema come nella prima settimana in New England, e la mattina approfittando del bel sole con nuvole a pecorelle, ci siamo diretti a Battery Park per  andare a visitare la Statua della Liberta’.

Dopo 3 anni di viaggi in USA ho imparato che se si vuole vedere bene una famosa attrazione americana (come ad esempio l’obelisco di George Washington, Alcatraz …..) bisogna prenotare con largo anticipo.

Naturalmente la teoria e’ una cosa e la pratica un’altra.

Infatti anche questa volta non avevo prenotato per tempo la visita alla Statua della Liberta’, e ci siamo dovuti arrangiare al meglio.

Infatti la visita al piedistallo era gia’ completamente prenotata da diversi giorni, e da diversi mesi era prenotata la vista in cima alla statua!

Non restava che cercare di prenotare la visita all’isola (Liberty Island), ma per questa gita i posti a disposizione erano gia’ pochini.

Allora la sera da un sito internet ho prenotato la visita all’isola, pagando in anticipo i biglietti.

L’idea e’ stata ottima infatti la mattina alle 10.00 AM ci siamo presentati per “redimere” (redeem) i biglietti e la fila di quelli che stavano cercando di fare i biglietti era lunghissima!

Noi che avevamo gia’ la prenotazione elettronica abbiamo saltato due file: la prima era quella per prendere i biglietti (almeno 15 minuti) e la seconda per salire sul traghetto (almeno 90 minuti, che sotto il sole non sono da augurare a nessuno, specialmente con due bambini al seguito!).

E cosi,’ grazie all’elettronica, in pochi minuti eravamo gia’ sulla barca che ci portava verso la Statua della Liberta’.

Passare vicino ad Ellis Island ed arrivare vicino all’isola di Liberty Island, mi ha fatto rivivere (in modo millesimale) cio’ che i nostri connazionali hanno vissuto al loro arrivo a NY (agli inizi del 1900) dopo un viaggio massacrante attraverso l’oceano.

Ecco alcune vedute della Statua poco usuali.

Come bravi turisti ci siamo messi in posa, con lo sfondo che vedeva Battery Park e le Torri gemelle, che non ci sono piu’!

E poi ancora in posa sotto la gigantesca Statua!

Da http://www.infoturisti.com/usa/NewYork/cosaVedere/statuaLibert%E0.aspx

La statua raffigura una donna vestita da una lunga toga che sorregge in mano una fiaccola, simbolo della libertà mentre nell’altra stringe un libro con inciso 4 luglio 1776, data dell’indipendenza americana. Ai piedi vi sono delle catene spezzate, simbolo della liberazione dal tiranno.

La statua è opera di Gustave Eiffel (lo stesso della torre Eiffel a Parigi) e venne donata dalla Francia agli Stati Uniti d’America in occasione del centesimo anniversario dell’indipendenza. Il basamento fu invece opera di Richard Morris Hunt nel 1875. Un particolare: la fiaccola portata in mano dalla statua non è quella originale. Fu sostituita nel 1916 perchè danneggiata. Quella originale può comunque essere visita nel museo dedicato alla Statua della Libertà in Liberty Island.

Attualmente un ascensore interno porta all’ultimo piano del basamento e poi alla fiaccola dai quali è possibile ammirare lo skyline di Manhattan.

Dalla foto di sotto potete vedere la corona, visitabile solo prenotandola diversi mesi in anticipo!

Ricordo, a chi non avesse tempo di prenotare in anteprima i biglietti o di fare lunghe file, che a costo ZERO e senza nesuna fila, si puo’ prendere lo Staten Ellis Island Ferrry ( http://www.siferry.com/ ) da Battery Park (proprio di fronte alla fermata della metropolitana).

Con questo traghetto oltre a passare vicino alla Statua della Liberta’, si ha una vista dello skyline di NY niente male.

Naturalmente la Statua non si vede da vicinissimo, ma l’avete vista in poco tempo, spendendo niente e senza calca e caos!

Per tornare a Battery Park, basta prendere il traghetto successivo per NY, vedendo di nuovo la Statua!

Dopo quasi due ore di visita siamo tornati a Battery Park ed abbiamo iniziato a girare la zona di Wall Street (dove le donne e gli  toccano le palle del toro, non so perche’!)

 e naturalmente siamo passati a Ground Zero.

Io non ho fatto foto a Ground Zero, perche’ ritengo che andare a visitare un luogo dove sono morte migliaia di persone non debba essere una meta turistica!

Noi ci siamo passati, ma solo perche’ eravamo di strada per andare a Soho!

Ho scattato delle foto dal traghetto in direzione delle Torri Gemelle, solo per capira quanto erano alte.

Pensate che tra quei due grattacieli con la cupola (dove vedete il nuovo grattacielo in costruzione) c’erano le due gigantesche torri gemelle!

Ecco una foto delle torri gemelle

ed un link di Wiki sulla loro costruzione (http://it.wikipedia.org/wiki/World_Trade_Center).

Ma la cosa che da ingegnere mi ha sempre insospettito e’ stata la repentina caduta delle due torri, quasi come se fossero state distruzioni programmate.

Vivendo in Italia in quel periodo avevo seguito il dibattito acceso sulle cause della caduta. Ma oltre ai soliti dubbi complottisiti, che da sempre seguono tali disgrazie, poco sembrava trapelare, oltre le spiegazioni ufficiali del governo americano.

Ma nel mio periodo in USA mi sono appassionato alla vicenda ed ho scoperto che esistono vari scienziati che hanno smontato pezzo per pezzo le spiegazioni che il governo americano aveva fornito, in merito alla caduta delle due torri.

Vi lascio un link, che spiega step by step, con la collaborazione di molti scienziati americani, come NON sia possibile che le torri gemellle siano cadute da sole!

http://video.google.com/videoplay?docid=-4707106427582061756 (il documentario dura 1 ora e mezza !)

ed un altro (9\11  Commission Report omissions and distorsions di David Ray Griffin) che smentisce passo dopo passso le spiegazioni ufficiali del governo americano:

http://xoomer.virgilio.it/911_subito/omissioni_distorsioni.htm

Naturalmente per par condicio vi riporto anche la versione ufficiale del governo americano:

http://govinfo.library.unt.edu/911/report/911Report.pdf (purtroppo solo in inglese!).

Ognuno si faccia la sua opionione.

Passati in fretta vicini a Ground Zero, dove non abbiamo neanche allungato il naso per vedere cosa stessero facendo (per rispetto ad i morti), ci siamo diretti verso Little Italy, passando per Soho.

Era da tempo che volevo andare a mangiare la pizza da Lombardi’s, reputata una delle migliori pizze di NY insieme a Grimaldi, e finalmente ci siamo andati.

Ecco la mia rubiconda e felice faccia, fuori alla pizzeria!

E sotto vedete Stefania ed i bambini mentre aspettiamo il nostro turno.

Questo signore in foto e’ il Signor Grimaldi,

mentre quelli sotto siamo noi che ci godiamo una buona birra italiana,

ed una ottima pizza (probabilmente la migliore mangiata in USA in 3 anni. Forse la sola paragonabile e’ stata quella mangiata ad Atlanta, da Baraonda Caffe’ Italiano).

Qui Sara che fa le “brutte facce”!

Dopo la buonissima pizza, abbiamo iniziato a girare little italy ed i suoi numerosi negozi, che ci ricordavano tanto l’Italia ed il suo cibo meraviglioso.

Il caffe’della Fiat,

i ravioli piemontesi,

i migliori cannoli della terra,

le staccionate tricolori,

specialita’ pugliesi,

il mitico caffe’ di Napoli.

Abbiamo cambiato strada e ci siamo ritrovati nel quertiere cinese, ben piu’ ampio e colorato di quello italiano.

Devo dire che il cibo cinese mi ha sempre affascinato, non per il sapore, ma per la stranezza!

Guardate le foto sotto per convincervene!

Il top delle stranezze era questo signore che vendeva rospi,

ma la cosa piu’ bizarra e’ che c’era qualcuno che se li comprava!!

Oltre ad i rospi ,

c’erano anche i granchi!

Girando ancora in un’altra strada, ci siamo ritrovati di nuovo nel quartiere italiano e ci siamo fermati in una pasticceria per gustare un caffe’ e dei dolci di dimensioni colossali!!

Ma il top della goduria visivo culinaria e’ stato questo negozio, che vi segnalo senza nessuno scopo di lucro!!

Per chi vive molto tempo all’estero, trovare un negozio che ha prodotti alimentari del proprio paese e’ sempre bello.

Ecco alcuni prodotti che noi ad Huntsville ci siamo sempre sognati:

biscotti del Mulino Bianco (i biscotti americani sono inmangiabili, troppo dolci e burrosi, a mio parere),

la pasta Di Vella,

\

il torrone Zanzibar, compagno di tante mangiate natalizie,

aranciata e chinotto Sanpellegrino,

limonata Sanpellegrino,

formaggio Auricchio e scamorze,

ravioli ,

 prosciutti,

tonno Calippo,

ed infine il mitico negozio Di Palo, che se vi capita di andare a NY vale la pena di vistarlo e di comprarci qualche cosa da mangiare.

Ebri di odori e di sapori italiani, ci siamo diretti verso il Ponte di Brooklin, passando prima per il ponte di Manhattan.

Dopo pochi metri ecco sbucare dal nulla questo bel grattacielo strano e dalle forme ardite,

e subito dopo eccoci sul ponte di Brooklyn.

Il ponte e’ bellissimo, pedonale e costruito come al solito in tempi lontanissimi (1903).

The Brooklyn Bridge is one of the oldest suspension bridges in the United States. Completed in 1883, it connects the New York City boroughs of Manhattan and Brooklyn by spanning the East River. With a main span of 1,595.5 feet (486.3 m), it was the longest suspension bridge in the world from its opening until 1903, and the first steel-wire suspension bridge.

Originally referred to as the New York and Brooklyn Bridge and as the East River Bridge, it was dubbed the Brooklyn Bridge in a January 25, 1867 letter to the editor of the Brooklyn Daily Eagle, and formally so named by the city government in 1915. Since its opening, it has become an iconic part of the New York skyline. It was designated a National Historic Landmark in 1964 and a National Historic Civil Engineering Landmark in 1972.

A destra si puo’ ammirare il Manhattan Bridge,

mentre a sinistra si vede Battery Park e la Statua della Liberta’.

Bellissima questa foto del ponte,

cosi’ come sono belli i soggetti nella foto di sotto!

Nel pomeriggio abbiamo ripreso la metropolitana e ci siamo fermati alla Stazione Centrale di NY, meglio conosciuta come Grand Central Station.

La Stazione e’ veramente bellissima, tanto da potersi considerare una opera d’arte.

Grand Central Terminal (GCT) – a volte chiamato Grand Central Station o semplicemente Grand Central – è una stazione ferroviaria di testa a 42nd Street e Park Avenue a Midtown Manhattan a New York. Prende il nome e venne creata dalla New York Central Railroad nel periodo d’oro della del trasporto ferroviario a lunga percorrenza. 

È la stazione ferroviaria più grande del mondo per numero di banchine: 44, con 67 binari. 

Lo scalo si sviluppa su due livelli, entrambi sotto terra, con 41 binari al piano superiore e 26 a quello inferiore, anche se il numero totale dei binari lungo le banchine e quelli adibiti al ricovero dei mezzi (non serviti da banchina) supera i 100. Quando la nuova stazione Long Island Rail Road’s, costruita sotto i livelli attuali, aprirà, Grand Central offrirà un totale di 75 binari e 48 banchine. 

Il terminal si estende su un’area di 19 ettari. 

Anche se il terminale è stato propriamente chiamato “Grand Central Terminal” dal 1913, molte persone continuano a riferirsi ad esso come “Grand Central Station” che oggi è il nome del l’ufficio postale nelle vicinanze o della fermata della metropolitana a servizio del Terminal.

Oltre alla bellezza della stazione mi ha colpito molto l’assenza di barboni, di puzza di pipi’ ed il senso di sicurezza che si respirava passeggiandoci dentro.

Non a caso c’erano militari delle forze speciali armati di tutto punto a presidiare varie aree della Stazione.

Non c’era NESSUNA macchina parcheggiata per strada, non esistevano venditori ambulanti (non ne ho mai visto uno in 3 anni sul territorio americano).

Insomma sembrava di entrare in un museo!

Nella mia mente rivedevo le scene del film Madagascar “girate” nell’atrio principale della stazione

tra archi affrescati altissimi e lampadari enormi!

Al piano inferiore c’erano ristoranti molto belli

(alcuni anche molto costosi come il Grand Central Oyster bar and restaurant),

dove si poteva mangiare qualche cosa,

riposandosi su queste sedie rosse di marmo!

LE STREET CAR DI SAN FRANCISCO

Posted in Escursioni-Viaggi by quattrovecchiinamerica on 1 settembre 2010

 

LE STREET CAR DI SAN FRANCISCO

San Francisco non si puo’ dire di averla vista se non si fa un giro sulle street car (i tram), lungo le sue vie gibbose ed irte!

E’ un po come andare a Venezia e non fare un giro sulla gondola, o andare a Roma e non fare un giro sulla carrrozzella …………….

Allora noi da bravi turisti, decidiamo di prendere una linea di street car, con uno dei piu’ vecchi mezzi (risale al 1859 circa!!).

 

Il percorso e’ dritto come un fuso (ma con enormi saliscendi), dall’Embarcadero fino a Market Street, lungo California street.

Si passa in mezzo a Noble Hill ed a Chinatown.

Una caratteristica di questi mezzi e’ che si fermano ESATTAMENTE in mezzo agli incroci stradali, per far scendere e salire le persone!! 

Inoltre si sale e si scende sul tram, in mezzo la strada, senza marciapiedi.

Quindi un po di paura di essere falciati da qualche pirata della strada c’e’!!

Ma le signore di sotto, ben stagionate, non se ne curano piu’ di tanto!

Altra caratteristica, che si vede spesso nei film americani, e’ che si puo’ viaggiare (non piu’ di due persone alla volta),

in piedi sui gradini esterni dei tram!!

Non provare e’ quasi impossibile!

Anche Paolo ci prova, ma a tram fermo!

Qui Paolo e’ molto interessato al panorama  cittadino di SF,

mentre Sara fa le prove e si regge al palo, come una brava passeggera di tram!

Poi iniziano a fare casino!

Il mezzo e’ vecchio e se si vuole scendere, bisogna attaccarsi a questa corda, che fa suonare il campanello, in modo da avvertire il guidatore che deve fermarsi.

Il sistema di guida e’ semplice ed arcaico: una serie di leve!!

In piu’ c’e’ un birillo catarifrangente da mettere di fronte o dietro al tram, quando ci sono problemi meccanici ed una serie di leve per spostare i binari!

Guardare il guidatore che guida (o meglio che muove le leve) e’ uno spettacolo! 

Ed e’ faticoso, perche’ le leve sono toste da tirare, il rumore dalla strada e’ assordante (dato che si guida praticamente all’aperto) ed il freddo ed il vento si sentono!

 

Arrivati al capolinea, ritorniamo indietro verso il capolinea iniziale, dove avevamo lasciato la macchina!

Nella serie delle foto sotto si vede bene la pendenza del percorso!

La pendenza e’ presente non solo lungo il percorso dritto, ma anche a destra,

ed a sinistra, del percorso stesso.

Non potevano mancare le scale antincendio, sia in edifici bassi di legno,

che alti ed in muratura.

Dopo aver incrociato un altro tram, pieno di turisti, che andava nella direzione opposta,

ecco che si apre davanti ai nostri occhi un pezzo di percorso caratteristico e bellissimo: una discesa mozzafiato fino all’Emarcadero!!

Con il ponte (Bay Bridge) sullo sfondo!

Eccovi due foto che rendono bene il dislivello che si percorre.

Non e’ come scendere dal Kilimangiaro con la slitta, ma se si rompono i freni del tram sono guai!!

Ci fermiamo a Chinatown per qualche secondo

e poi arriviamo nella zona di uffici e grattacieli, dell’Embarcadero.

Carino questo bar, che sta tra scale antincendio e grattaciieli.

Prende il sole solo a mezzogiorno!!

Arriviamo al capolinea che e’ l’ora di pranzo e gli impiegati della zona fanno pranzo in questa zona con scalini e fontana.

Noi proseguiamo, con i nostri panini, per la nostra ultima tappa del viaggio: il Golden Gate Park!

CHINATOWN ED IL CIBO CINESE (SAN FRANCISCO)

Posted in Escursioni-Viaggi, Ristoranti e cucina by quattrovecchiinamerica on 22 agosto 2010

 

CHINATOWN ED IL CIBO CINESE (SAN FRANCISCO)

 

La mattina del 10 Luglio ci siamo subito diretti, al chiosco che ci aveva venduto i biglietti per Alacatraz (senza darceli!). Io ero dubbioso sul fatto di trovare i biglietti, ma il chiosco c’era , cosi’ come i biglietti per il pomeriggio!

Allora mentre aspettavamo le 15.30 per salire sul traghetto per Alcatraz, siamo andati a vedere la zona di Chinatown.

Prima di arrivare alla vera Chinatown, siamo passati un un quartiere che era pieno di cinesi, di negozi cinesi e di panni stesi, cinesi!!! 

 

Finalmente vediamo le famose scale antincendio, che sono presenti in tutti i film americani! 

Arriviamo nella zona di Chinatown, e come in tutte le Chinatown del mondo c’e’ all’entrata il colonnato con i leoni cinesi!

Ho detto leoni, ma sicuramente non saranno leon, ma qualche divinita’ a me sconosciuta, che Sara sfida impunemente!!

Sulla via principale ci sono una infinita’ di negozi che vendono le cose piu’ strane. I classici negozi di souvenir, quelli che vendono oggetti d’arte, quelli specializzati in coltelli e lame, negozi di cose da mangiare, quelli che vendono rayban a 10 $ ……………………… Insomma di tutto e Sara in ogni negozio si voleva fare una foto!

Qui sotto piangeva, perche’ non le avevo fatto subito una foto!

La via e’ abbastanza lunga ed ha qualche edificio caratteristico, ma meno di quanto pensassi. 

A meta’ della via, perpendicolare, c’e’ una classica strada di San Francisco molto pendente, con il classico tram che la percorre.

Ecco Paolo e Sara che fanno amicizia con una statua di bronzo!

Da questo punto in poi, la strada inizia a diventare piu’ interessante, con edifici, scritte e lanterne,

che rendono la via piu’ orientale.

 

Anche questo suonatore di strumento non noto, occhiali a specchio tipo Bruce Lee, da un tocco di orientaleggiante alla strada.

 

Questo grattacielo a forma di piramide, e’ un landmark di San Francisco. Si vede da molte parti della citta’!

Da www.infoturisti.com vi riporto alcune informazioni sul grattacielo.

Al 600 di Montgomery Street a San Francisco si trova la Transamerica Pyramid Building. Si tratta di un grattacielo alto 260 metri caratterizzato da una particolare forma piramidale che rappresenta la costruzione più alta della città.

  

Progettata dall’architetto William Pereira la costruzione del Transamerica Pyramid è iniziata nle 1968 e si è conclusa tre anni più tardi, nel 1972. Tra il 1972 ed il 1974 è stato il più alto grattacielo costruito a ovest del Mississipi.

Commissionato dalla famosissima compagnia assicurativa Transamerica (da cui il grattacielo deriva il suo nome) è stato a lungo associato con le sorti dell’azienda. Oggi la costruzione non è più di proprietà della compagnia ma ne ha mantenuto comunque il nome e rappresenta uno dei simboli più evidenti della città.

   

Il grattacielo è costruito a forma di piramide con base quadrata. La parte superiore è terminata da una guglia di 64.6 metri che contribuisce non poco all’altezza complessiva dell’edificio. su due lati due ‘Vele’ che contengono due ascensori dei 18 dell’intera costruzione.

La zona piu’ interessante, almeno per me, e’ la zona dei negozi di cose da mangiare. Da sempre sono staato attratto dalla varieta’, misteriosita’ e dagli odori cel cibo cinese.

Mi ricordo a Chinatown di Singapore, di aver visto delle zone di mercati alimentari con cibi ed odori incredibili (molti dei quali con sapore a me ostico ed odore ancor di piu’!!).

Il negozio qui sotto era lontano anni luce dai mercati alimentari poveri che avevo visto a Singapore, infatti sembrava un negozio di alimentari di lusso.

Tutti i cibi in scatole di vetro chiuse, con cibi misteriosi e dalle proprieta’ magiche!

Ma l’odore era forte ed un po fastidioso, per noi occidentali!

Il negozio era tanto bello, quanto i padroni antipatici! Infatti appena ci hanno visto fotografare il cibo nel negozio, si sono affrettati a dirci che non era possibile!

Mi chiedo cosa mai di segreto avremmo potuto fotografare!!

Usciamo dal negozio che non ci voleva bene, ed entriamo in un altro negozio cinese che io amo: il negozio di coltelli, lame e spade!

Si potrebbe fare un post intero sulle lame e sulla fantasia con cui le forgiano!

Vi faccio vedere questo bellissimo scorpione,

e questa testa di drago multi tagliente!!

Ma lasciamo le armi da guerra ed entriamo in panetteria, posto decisamente piu’ dolce e soffice!

Anche qui i dolci sono difficili da comprendere appieno, ma sono belli da vedere.

Questo rotolo ripieno sembra quasi mangiabile!

Cosi’ come questi puff pasty,

i cupcake alle noci,

ed i maccaroni al cocco!

Ritorniamo indietro, perche’ si era fatta quasi la una (come dicono nella Marche) e vediamo questo bell’edifico con forme super orientaleggianti, incastrato tra due palazzi normali.

Sulla strada c’erano molti ristoranti cinesi, ma non conoscendoli bene siamo andati a colpo sicuro.

La nostra amica virtuale di San Francisco (Vanessa di ItalyinSF) ci aveva consigliato un ristorante cinese in zona Ferry Building: Yank Sing, nel Rincon Center.

 

A pochissima distanza da Chinatown e vicina all’imbarco per Alcatraz.

Arriviamo di fronte al ristorante e parcheggiamo nel parcheggio sotterraneo.

Esperienza per guidatori piu’ che provetti! Mai visto un parcheggio con posti piu’ piccoli e tante colonne, poste in zone ad alto rischio per la manovra!

L’ideale per ammaccare una macchina a noleggio (se non te la ammacchi da solo, ci pensa qualche imbranato a battezzartela!).

Il ristorante e’ carino, pieno di gente del posto (e questo e’ un buon segno) e ci sediamo subito.

Il ristorante ha due zone tavoli, una fuori, all’interno della galleria del palazzo ed una dentro.

Quella fuori era piena e cosi’ ci siamo accomodati dentro.

Io come al solito mi sono dimenticato gli occhiali in macchina.

Mentre Stefania ed i bimbi erano in bagno, vicino al mio tavolo iniziano ad addensarsi cameriere con carrelli, pieni di ogni ben di Dio!

Carrelli ripieni di fritti cinesi di ogni pianta, animale o pesce. Carrelli con scatole di bambu’, con cibo al vapore.

Carrelli con verdure e dolci dagli odori potenti.

Io vedevo che le cameriere mi guardavano ed io guardavo loro ed i loro piatti caldi nel carrello, ma nessuno faceva la prima mossa!

Ad un certo punto, come se orchestrate da un comandante sapiente, le cameriere fiutando il gonzo senza occhiali, straniero e senza moglie (e si sa che le mogli dicono sempre di no a tutto!), si sono avventate sul mio tavolo!

Una ad una si sono presentate al tavolo e mi chiedevano cosa volessi dal carrello.

Io che non avevo letto il menu’ (perche’ senza occhiali), ho creduto che fosse una specie di antipasto misto a prezzo fisso (cioe’ pensavo di poter prendere tutto quello volevo dai carrelli, tanto avrei pagato al massimo il prezzo di un antipasto).

Cosi’ forte della mia convinzione, basata sul nulla, ho iniziato a prendere praticamente tutto! Anche a scatola chiusa, infatti alcune cose che stavano nelle ceste di bambu’ non le vedevo!

Ho riempito tanto il tavolo di ceste di bambu’ e  fritti,

che la “cameriera capa” e’ venuta al tavolo ed ha mandato via le ragazze con i carrelli, per non farmi prendere piu’ nulla!!

Aveva capito che non avevo capito!

Cosi’ mi ha spiegato che ogni cosa aveva un suo prezzo!

E non tutto era cosi’ a buon mercato!!

Infatti in alcune ceste c’era del pesce ed altre cose che erano piuttosto care!

Pero’ oramai non potevo fare la figuraccia di farle portare tutto indietro ed ho tenuto tutto, nella speranza di non pagare un botto!

Poi avevo fame e volevo provare il famoso Deem Sum cinese!

Ecco cosa e’ il Deem sum da Wiki:

Dim sum 点 (cinese semplificato) 心 (pinyin), pronuncia “diǎnxīn”, 點心 (cinese tradizionale) è un tipo di cucina della Cina meridionale, che comprende una vasta gamma di piatti leggeri da servire insieme al tè cinese. «Yum cha» (letteralmente bere il tè) è il termine usato per descrivere l’intera esperienza del pranzo, specie in cantonese moderno. Solitamente è servita al mattino, sino a mezzogiorno, nei ristoranti cinesi e in rivendite specializzate in dim sum dove sono disponibili durante l’intero giorno. I piatti sono formati da piccole porzioni e possono includere carne, pesce, verdure, oltre a dessert e frutta. Di solito le pietanze sono servite in un cestino o in un piattino. Alcune famiglie cinesi amano acquistare dim sum in occasioni speciali quali la festa della mamma o il capodanno cinese. Inoltre i genitori portano i loro bambini a mangiare dim sum la domenica mattina per incontrare e salutare i nonni. Alcuni portano con sé giornali e commentano le notizie con i familiari.

Devo dire che di tutte le cose che abbiamo preso,

poca roba non era mangiabile,

 

e la maggiorparte era di sapore e gusto decisamente ottimo!

 

 

Alla fine del pranzo poi anche la paura di strapagare e’ risultata infondata, infatti abbiamo pagato 100$ (che e’ tanto in USA), ma neanche troppo, per tutto quello che abbiamo preso!

Unica pecca e’ che non avevano il Sake’, che alle fine di un pranzo ci vuole sempre!

E poi la qualita’ era decisamente superiore alla media dei ristoranti cinesi.

Non fosse solo per il fatto che all’uscita i vestiti non puzzavano di fritto!!

Il ristorante era ubicato all’internodel Rincon Center uffici ed aveva una bellissima fontana, con acqua che cascava dal soffitto a vetri!!

 

Contenti del pranzo, che la macchina non era stata abbozzata in quel parcheggio bonsai ed ancor di piu’ di aver fatto presto (siamo entrati alle 13.30 ed usciti alle 14.3o), ci accingiamo ad andare al traghetto che ci portera’ ad Alcatraz (orario stimato di partenza ore 15.30).